Primo giorno del Vinitaly 2018 e puntuale come uno Shinkansen mi siedo per l’ultimo wine tasting della giornata o per meglio dire sake tasting.
Vinitaly è il posto per esperienze inedite e non voglio perdermi questo evento organizzato da “La Via del Sake”, con il Presidente Marco Massarotto a guidare la degustazione. Conosco Marco da anni e il suo entusiasmo quando racconta il Giappone è lo stesso che provo io a parlare degli States: la sua passione e competenza sono state riconosciute anche dall’Associazione Giapponese dei produttori di Sake tanto da nominarlo “Rappresentante del Sake nel Mondo”, un importante titolo che ogni anno viene attribuito a solo cinque persone che si sono distinte per la promozione del nihonshu.
Cominciamo da alcuni falsi miti sul sake.
Disitillato? No, fermentato!
Bevuto nel classico bicchierino da degustazione, tanti pensano che il sake sia un distillato: grave errore! Si tratta di una bevanda fermentata ottenuta a partire dal riso e dall’opera del koji (aspergillus oryzae), un fungo molto usato in Oriente, ad esempio anche nella preparazione della salsa di soia.
“Il sake non litiga mai con il cibo”
C’è un detto popolare giapponese che racconta quanto il sake debba accompagnare ogni pietanza servita durante il pasto: purtroppo a causa della frequentazione di ristoranti “finti” giapponesi molti lo considerano una bevanda solo da fine pasto, ma il sake dà il meglio di se in una cena completa.
Effetto Fantozzi? No!
Il sake è una bevanda estremamente versatile che può essere servita fredda o calda in base alla tipologia, all’abbinamento e al luogo.
Berreste un thè caldo in spiaggia, in piena estate?
Lo stesso vale con il sake.
Passiamo però al motivo della presenza in sala di tutte queste persone: la degustazione.
Il primo, di colore verdolino al naso ha note di banana e pera.
Servito fresco, risulta femminile ed elegante, in bocca si sente la gradazione alcolica importante con un gusto pulito ed elegante che risulta persistente.
La conclusione ricca di umami è il risultato di un sake poco raffinato che ha quindi ancora molto del riso dal quale deriva.
Un prodotto perfetto da abbinare a frutti di mare, spaghetti con le vongole o acciughe.
Se pronunciare Gewürztraminer vi pare difficile provate allora a pronunciare il nome di questo sake: Gekkeikan Horin.
Il secondo, di colore verdolino, leggero con una nota alcolica meno pronunciata del precedente. Secco al naso con sentori di funghi, noci, melassa.
In bocca la nota di nota di farina di riso è forte insieme a note di cereali e molta cremosità.
Consigliato l’abbinamento a cibi più delicati e poco sapidi, per esempio formaggi a pasta molle.
Cercatelo come Nanbu Bijin Honjozo.
Con cosa possiamo abbinare un sake?
Con piatti sapidi e salati un sake fresco è la perfezione: immaginate di avere ordinato un piatto di ostriche e di dover scegliere cosa bere.
Tutti probabilmente andrebbero sul classico champagne, ma abbinare un piatto così salato con un vino dotato di tanta freschezza e acidità rischierebbe di creare in bocca un’effetto quasi metallico.
Un sake è sicuramente un abbinamento inaspettato da provare quest’estate!
Per informazioni
La Via del Sake
laviadelsake.it